Servizio Lo scontro politico
Il convegno di Magistratura Democratica a Roma di Redazione Roma
10 novembre 2024
2′ di lettura
Continua il confronto tra politica e magistratura, e lo scontro politico tra maggioranza e opposizioni, dopo il braccio di ferro sulle nuove regole per la gestione dei flussi migratori. «Noi vogliamo il dialogo con la magistratura proprio perché sappiamo che la magistratura è chiamata ad applicare le leggi. Altro problema è la critica al merito politico e al contenuto delle leggi una volta che sono state approvate e Mattarella è stato chiarissimo su questo. Mi auguro che nel confronto futuro ci sia sempre meno una critica della magistratura al merito politico delle leggi in Parlamento e un abbassamento di toni da parte della politica a criticare le sentenze». Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel suo intervento in videocollegamento al convegno di Magistratura Democratica a Roma.
«Non ho nessuna intenzione di andare allo scontro con il governo, è il governo che vuole fare uno scontro con me e io voglio sottrarmi. C’è stato un pronunciamento unanime sulla supremazia del diritto europeo e non ci si può fare nulla», ha detto la presidente di Magistratura Democratica Silvia Albano, giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma. «Forse se ci fosse un dialogo col governo invece che lo scontro si potrebbe discutere e capire se si possano fare invece delle proposte di legge – ha continuato -: così magari queste frizioni con la Costituzione rispetto al diritto dell’Ue non ci sarebbero. Il dialogo è possibilissimo perché ci sono delle sedi dove è possibile farlo. È vero che adesso la produzione legislativa è molto più decreti legge che non in Parlamento. Ma in Parlamento è previsto dai regolamenti parlamentari che i magistrati vengano auditi. Durante la legge di conversione di questi decreti legge (come quello sui Paesi Sicuri, ndr ) i magistrati saranno auditi perché è previsto dai regolamenti parlamentari. Il dialogo – ha concluso -significa affrontarsi reciprocamente e quindi, se si ascoltasse il parere dei giuristi, forse verrebbe fuori un prodotto qualitativamente migliore dal punto di vista dei rapporti con gli ordinamenti che hanno un valore di fonte sovranazionale: è sempre stato così nel passato».
Schlein, clima inaccettabile di attacco ai giudici
«Continuo a dare solidarietà a quei giudici che vengono messi sotto scorta per effetto di minacce che dipendono anche da un clima inaccettabile di attacco istituzionale nei loro confronti»: così la segreteria nazionale del Partito democratico, Elly Schlein, ha risposto a Gualdo Tadino (Perugia) alla domanda dei giornalisti se in Italia ci sono giudici comunisti. «Lo scontro istituzionale non fa bene al Paese, soprattutto rispetto a delle persone che, come si è dimostrato sul caso dell’Albania, stanno solo applicando delle sentenze della Corte di Giustizia europea, quindi stanno solo facendo il loro lavoro», ha aggiunto Schlein.
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