Prosegue la guerra dei dazi fra Cina e Unione europea: Pechino ha bloccato la produzione del suv elettrico B10 nato dalla collaborazione fra Stellantis e il partner cinese Leapmotor. Il nuovo modello avrebbe dovuto essere prodotto nello stabilimento di Tychy, nel sud della Polonia.
Il governo guidato da Xi Jinping ha proibito le joint venture fra aziende cinesi e realtà europee che operino in uno degli Stati che hanno votato favorevolmente all’imposizione dei dazi all’import di auto dalla Cina.
Stravolti i piani di Stellantis
La mossa ha stravolto i piani di Stellantis, che ora sarà costretta a spostare la produzione in uno di quegli Stati che hanno votato contro l’introduzione dei dazi, come ha rivelato l’agenzia Reuters citando due fonti.
Non si tratta di un problema da poco, dal momento che la Polonia viene tradizionalmente scelta per il basso costo della manodopera. In lizza ci sono in primis due Paesi: la Germania con lo stabilimento di Eisenach (dove oggi si assemblano i modelli Opel) e la Slovacchia con lo stabilimento di Trnava. Entrambi i Paesi sono forti costruttori. Ma a far pendere l’ago della bilancia dalla parte degli sloveni ci sarebbe l’alto costo della manodopera tedesca, così come i più alti prezzi dell’energia. Nulla è comunque stato ancora deciso.
A Tychy, in Polonia, già da alcuni mesi era iniziato l’assemblaggio dell’utilitaria elettrica T03 con pezzi cinesi. Al momento non si hanno notizie su una eventuale revisione della produzione della T03.
Per Stellantis si tratta dell’ennesima gatta da pelare, dopo il crollo delle vendite nei mercati Usa ed europeo e dopo gli scioperi in Italia.
B10 di Stellantis-Leapmotor è stato presentato al Salone dell’Auto di Parigi 2024 lo scorso ottobre. Si tratta del primo Suv elettrico globale del marchio cinese ideato per il mercato europeo e internazionale. Il B10 è un’auto di segmento C (dimensioni medie) che punta a combinare design, tecnologia avanzata e sostenibilità.
La piattaforma Leap 3.5 è progettata per supportare l’intelligenza artificiale e la guida autonoma di livello 2. Fra le dotazioni, un sistema di infotainment digitale con schermo ampio. I costruttori hanno puntato anche sull’estetica presentando carrozzerie azzurre, viola e verdi e andando così a scardinare l’idea classica del suv “obbligatoriamente” bianco, grigio o nero.
La guerra dei dazi fra Cina e Ue
La mossa di Pechino è solo l’ultima fase della guerra dei dazi fra la Cina e l’Unione europea. Tutto è cominciato con un’indagine della Commissione Ue effettuata a seguito del sospetto di ingenti e illegali aiuti di Stato al settore dell’automotive. L’Ue ha così stabilito l’introduzione di dazi con tariffe fino al 45% sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina.
Dopo settimane di minacce, Pechino è entrata in azione contrattaccando a sua volta con dazi su una serie di prodotti europei fra i quali alcolici, auto di lusso e agroalimentare.
In seguito il costruttore cinese Saic Motor ha annunciato di voler denunciare Bruxelles alla Corte di giustizia Ue.
E non è finita: il governo cinese ha dichiarato di aver presentato un’azione legale contro l’Ue presso l’Omc, Organizzazione mondiale del commercio.
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