L’UE investe troppo poco nelle tecnologie green rispetto alla Cina
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L’UE investe troppo poco nelle tecnologie green rispetto alla Cina
Secondo le stime di Rystad Energy, l’Unione Europea ha investito nel 2023 meno di un terzo rispetto alla Cina in tecnologie pulite. Mentre Pechino ha destinato 390 miliardi di dollari a questo settore, Bruxelles ha speso soltanto 125 miliardi.
Anche gli Stati Uniti sono indietro con 86 miliardi, ma potrebbero presto colmare il divario con l’UE grazie all’Inflation Reduction Act (IRA), destinato a stimolare investimenti green entro la fine del decennio.
Tecnologie green, l’investimento del futuro
La disparitĂ negli investimenti sottolinea come chi rimane indietro in questa corsa rischia di perdere una posizione di vantaggio nei mercati del futuro. Le ambizioni dell’Unione Europea in materia di transizione energetica ed ecologica sembrano, per ora, non essere supportate da investimenti adeguati. La crescita delle fonti rinnovabili, le tecnologie per la cattura e il riutilizzo del carbonio, le batterie per l’elettrificazione dei trasporti, l’idrogeno e anche il nucleare sono elementi cruciali su cui l’UE deve ancora migliorare.
Il Net-Zero Industry Act (NZIA), approvato all’inizio del 2023, mira a ridurre del 92% le emissioni di gas serra entro il 2040, per raggiungere l’obiettivo dello zero netto entro la metĂ del secolo. Tuttavia, la concreta realizzazione di questi obiettivi appare ancora incerta, sia per l’entitĂ degli investimenti finora stanziati sia per le politiche attuate.
La situazione è ulteriormente complicata dalle imminenti elezioni europee del giugno 2024. Il contesto politico si è polarizzato, e le tecnologie green sono diventate un tema centrale nella propaganda di molti partiti antisistema. La vittoria di forze conservatrici e nazionaliste potrebbe portare a sostanziosi tagli ai finanziamenti per le tecnologie della transizione energetica, mettendo a rischio la crescita sostenibile e l’adattamento ai cambiamenti climatici. I possibili tagli alle misure green potrebbero avere effetti negativi sulla salute pubblica, sull’economia e sull’ambiente, esacerbando le disuguaglianze sociali.
L’UE rischia di rimanere indietro
L’analista senior di Rystad Energy, Lars Nitter Havro, ha avvertito che l’UE rischia di rimanere ulteriormente indietro rispetto a Stati Uniti e Cina se non riesce a mantenere la competitivitĂ nel mercato globale delle tecnologie pulite. L’assenza di coesione politica e la mancanza di investimenti significativi potrebbero compromettere gravemente gli obiettivi europei per i decenni a venire.
L’Unione Europea deve affrontare sfide significative per aumentare gli investimenti in tecnologie pulite e realizzare la transizione energetica. L’IRA negli Stati Uniti è un esempio di come una politica mirata possa stimolare gli investimenti e accelerare il progresso tecnologico. Per mantenere la competitivitĂ e raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici, l’UE deve rafforzare il suo impegno finanziario e politico. Solo così potrĂ garantire una crescita sostenibile e contrastare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
La situazione attuale richiede una risposta urgente e coordinata da parte dei governi europei. La posta in gioco è alta: il futuro della transizione energetica e la posizione dell’UE nel panorama globale delle tecnologie green dipendono dalle scelte che verranno fatte nei prossimi anni.