Crisi nel Settore Automobilistico: La Chiusura di Marelli Mette a Rischio 320 Posti di Lavoro

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Crisi nel Settore Automobilistico: La Chiusura di Marelli Mette a Rischio 320 Posti di Lavoro

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    Crisi nel Settore Automobilistico: La Chiusura di Marelli Mette a Rischio 320 Posti di Lavoro

    In un contesto di profonda transizione verso la mobilità elettrica, le storiche realtà industriali legate alla produzione automobilistica si trovano ad affrontare sfide senza precedenti. Un esempio emblematico è la situazione della Marelli Gts, azienda specializzata nella produzione di marmitte, situata a Venaria, che annuncia la sua chiusura definitiva per questa primavera. La decisione segue la delocalizzazione della produzione verso gli stabilimenti di Caivano, in provincia di Napoli, e in Polonia, determinata da Stellantis, colosso del settore che nel 2018 aveva già ceduto Marelli alla giapponese CK Holding.

    La Marelli Gts vede così il termine della sua attività, lasciando in bilico la sorte di 320 lavoratori attualmente impiegati con contratti di somministrazione in scadenza. I sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm, Fismic e AqcgR esprimono profonda preoccupazione per le ripercussioni sul tessuto occupazionale e sul futuro della produzione automobilistica in Italia. In particolare, si teme che il modello Ducato My 2021, fino ad ora prodotto a Venaria, verrà spostato in Polonia insieme a una parte della produzione del My 2014, segnando una significativa riduzione dei volumi produttivi.

    Questo scenario si inserisce in un quadro più ampio di crisi del settore automotive, che vede anche altre realtà produttive in difficoltà, come testimoniato da casi simili di delocalizzazione e riduzione del personale. Le origini di Marelli risalgono al 1891, quando Ercole Marelli fondò a Milano l’azienda che diventerà un punto di riferimento nella produzione di componenti elettrici e motori. Dopo la fusione con Fiat nel 1919, l’azienda ha contribuito significativamente allo sviluppo tecnologico del settore, dalla produzione di batterie per auto a quella di componenti per la Formula 1 e la Moto GP.

    La crisi attuale solleva interrogativi sul futuro dell’industria automobilistica italiana e sulle strategie da adottare per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro e la competitività nel mercato globale. La discussione si estende oltre i confini nazionali, evidenziando la necessità di una riflessione comune su come affrontare le sfide poste dalla transizione ecologica e dalla digitalizzazione nel settore.

    Ripercussioni per la Comunità di Venaria Reale

    La chiusura dello stabilimento Marelli Gts a Venaria Reale, con il trasferimento della produzione in Polonia e una parte a Caivano (Napoli), rappresenta un duro colpo per la comunità locale, non solo per gli immediati effetti sui 68 operai dello stabilimento e sui 320 lavoratori della Marelli Lighting, la cui occupazione è incerta a causa della scadenza dei contratti di somministrazione, ma anche per le più ampie ripercussioni economiche e sociali sul territorio. Questo evento mette in luce la fragilità della situazione lavorativa e il suo impatto sull’economia e sulla coesione sociale di Venaria Reale, una comunità di dimensioni relativamente contenute.

    La perdita di centinaia di posti di lavoro rischia di elevare significativamente il tasso di disoccupazione locale, minando il potere d’acquisto delle famiglie interessate e, di conseguenza, la domanda di beni e servizi nel territorio, con effetti negativi sulle attività commerciali locali. Al di là dell’aspetto economico, le conseguenze sociali di tale situazione possono essere gravi, con un aumento dello stress psicologico, della depressione e dell’ansia tra i lavoratori e le loro famiglie, oltre alla possibilità di un incremento della tensione sociale all’interno della comunità.

    Inoltre, la chiusura di uno stabilimento produttivo di queste dimensioni comporta una riduzione delle entrate fiscali per il comune, compromettendo la capacità dell’amministrazione di sostenere servizi pubblici, infrastrutture e programmi sociali essenziali.

    Di fronte a questa sfida, diventa fondamentale cercare soluzioni che possano mitigare l’impatto negativo e guidare la comunità verso una ripresa. Una strategia efficace potrebbe includere il supporto alla ricollocazione e alla formazione professionale dei lavoratori colpiti, indirizzandoli verso settori emergenti o meno esposti alle fluttuazioni del mercato e alla delocalizzazione, come le energie rinnovabili o l’informatica. Allo stesso tempo, Venaria Reale e la regione Piemonte potrebbero collaborare per attirare nuovi investimenti, offrendo incentivi fiscali e supporto logistico alle imprese interessate a stabilirsi nell’area, così da creare nuove opportunità lavorative.

    Incentivare l’imprenditorialità locale, attraverso l’avvio di incubatori di start-up e la facilitazione dell’accesso a finanziamenti agevolati, può stimolare la crescita economica e favorire una maggiore diversificazione industriale. Infine, è cruciale promuovere un dialogo aperto e costruttivo tra sindacati, imprese, governo locale e lavoratori per sviluppare strategie a lungo termine volte a prevenire crisi simili in futuro e a costruire un’economia locale più resiliente e diversificata.

    La situazione di Venaria Reale evidenzia l’importanza di adottare un approccio proattivo e comprensivo per affrontare le sfide poste dalla globalizzazione e dai cambiamenti del mercato del lavoro, assicurando così che la comunità possa superare questo periodo di transizione e avviarsi verso un futuro di maggiore stabilità e prosperità.

    Fonti aggiuntive e approfondimenti:

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