Manifestazione contro il G7 a Venaria Reale: una giornata di protesta e rivendicazioni

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Manifestazione contro il G7 a Venaria Reale: una giornata di protesta e rivendicazioni

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    Ieri, 28 aprile 2024, Venaria Reale è stata teatro di una significativa manifestazione contro il forum intergovernativo G7, dedicato ad Ambiente ed Energia, che si sta tenendo in questi giorni alla Reggia di Venaria. La protesta ha visto la partecipazione di meno di un migliaio di persone, riunitesi nel Parco Galileo Galilei e successivamente sfociate nelle strade della città in un corteo che ha toccato i principali assi viari fino alle 17:30.

    Un percorso simbolico e d’impatto

    Il corteo ha percorso corso Papa Giovanni XXIII, via Iseppon, corso Garibaldi, Piazza Vittorio Veneto, Viale Buridani e via Leonardo da Vinci. Un momento di particolare tensione si è registrato intorno alle 15:00, quando alcuni manifestanti hanno bloccato parzialmente la tangenziale nord di Torino, accendendo fumogeni e causando disagi al traffico con code fino a 2 km. L’interruzione è durata poco più di mezz’ora, dopodiché i manifestanti sono rientrati nel corteo cittadino.

    Il culmine della protesta e le sue molteplici anime

    Un altro episodio significativo si è verificato circa alle 16:00 in via Andrea Mensa, dove i manifestanti hanno acceso un falò per bruciare i cartonati raffiguranti i leader del G7, inclusa la figura di Giorgia Meloni. Tra i partecipanti si distinguevano gruppi No Tav, militanti di Askatasuna, ambientalisti di Ultima Generazione e di Extinction Rebellion, oltre a numerosi altri attivisti.

    Le dichiarazioni dei manifestanti

    Durante la protesta, i manifestanti hanno espresso forte critica verso le politiche attuate dai leader del G7, descrivendo la transizione ecologica promossa come superficiale e ingiusta. “La loro transizione ecologica scarica i costi su altre popolazioni, trascura gli agricoltori e porta avanti mega opere che devastano il nostro territorio,” hanno affermato, aggiungendo che “oggi manifestiamo anche per la Palestina e contro le oppressioni perpetrati dalle politiche internazionali.”

    La risposta istituzionale

    Il sindaco di Venaria, Fabio Giulivi, ha commentato l’evento con sollievo, evidenziando l’assenza di incidenti nonostante le preoccupazioni iniziali: “Non vi nego che la preoccupazione fosse tanta e la tensione si tagliava col coltello. […] Invece tutto è filato liscio e la contromanifestazione al G7 sì è svolta senza incidenti.” Ha poi proseguito ringraziando gli addetti alla sicurezza, i cittadini, i commercianti e gli stessi manifestanti “per aver svolto l’iniziativa in maniera pacifica.” Ha anche ricordato la vicinanza del Giro d’Italia, evento che porterà ulteriori visitatori in città, sperando in un ritorno alla normalità.

    Le ragioni di una contestazione articolata

    La manifestazione, sotto lo slogan Loro 7, noi 99%, ha rappresentato un grido di protesta contro le decisioni prese dai ministri dei paesi più ricchi e industrializzati, percepite come lontane dalle reali esigenze dei cittadini. Gli organizzatori hanno puntato a esprimere il loro dissenso contro una transizione ecologica che considerano superficiale e dannosa, le politiche belliche e le disparità socio-economiche. Un forte sostegno è stato espresso anche verso la causa palestinese, simbolo di un impegno più ampio verso la giustizia globale e la solidarietà.

    Le voci inascoltate di Venaria Reale

    Al di là dei gesti provocatori come il blocco della tangenziale o il bruciare delle gigantografie, emerge una riflessione più profonda sulle ragioni dei manifestanti, che sono, almeno in parte, condivisibili da ciascuno di noi. Il fatto che i 7 grandi si siano rinchiusi dentro una blindatissima Reggia di Venaria non fa che amplificare quella sensazione di distanza tra chi governa e chi è governato, tra chi prende le decisioni e chi le subisce. È un sentimento che risuona particolarmente in questi giorni a Venaria; la scelta di ospitare il G7 nella Reggia è stata un’imposizione governativa: né la città di Venaria né la direzione della Reggia hanno avuto la possibilità di intervenire o di esprimere dissenso rispetto a questa decisione. Inoltre, il G7 è stato calendarizzato tra due importanti festività italiane, il 25 aprile e il 1° maggio, penalizzando così le attività locali che lavorano prevalentemente col turismo. Nessun rimborso è stato percepito dal comune (né tanto meno dai commercianti), che deve anche sostenere i costi logistici e organizzativi del summit. Questa situazione evidenzia come l’organizzazione del G7 sembri ignorare completamente le esigenze dei cittadini, confermando quanto espresso dai manifestanti: “A loro non frega niente di quello che è il nostro territorio e i nostri bisogni e noi oggi siamo qua per difenderli”. Resta l’incognita se le decisioni che verranno prese riguardo clima e ambiente rifletteranno questa distanza o se potranno invece avvicinarsi alle reali esigenze dei popoli.

    Per ulteriori approfondimenti, potete leggere i nostri articoli correlati:

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